Corso Indipendenza (Monumento a Pinocchio)

 
Storia –  Caratteristiche tecniche – Vincoli – Progetto – Visite

 Storia e contesto territoriale

Fontana – monumento dedicato a Pinocchio, protagonista di un romanzo per bambini di Carlo Lorenzini detto Collodi. Dono al Comune di Milano della “Famiglia artistica Milanese “ , venne inaugurata il 19 Maggio del 1956 (foto da Wikipedia). Si trova nel campo giochi dei giardinetti  di Corso Indipendenza.

Sul lato corrispondente al lato minore si innalza un tronco di piramide, in marmo verde, poggiante su un basamento. Sulla sua sommità si trova la scultura in bronzo che raffigura Pinocchio bambino; alla base giace la scultura in bronzo di Pinocchio Burattino, disteso esanime. Sull’angolo posteriore si trovano la scultura in bronzo della volpe e quella del gatto sul lato opposto.
Le statue bronzee sono opere dello scultore Attilio Fagioli (1877 – 1966), scultore attivo a Milano. Sul tronco di piramide sono scolpiti a caratteri dorati i versi del poeta milanese Antonio Negri: “ come ero buffo quando ero un burattino…e tu che mi guardi sei ben sicuro d’aver domato il burattino che vive in te?”.
Nel 2013 sono stati eseguiti i restauri ad opera del Comune di Milano ed hanno riguardato il restauro completo del monumento in bronzo, del basamento e della fontana. In particolare è stata riplasmata la figura del gatto ( con il contributo della nipote dell’artista ) che venne trafugata diversi decenni fa. La fontana riportata alle condizioni originarie è stata nuovamente inaugurata  il 18 dicembre 2013.

Il contesto

ll giardino, intitolato al comandante partigiano e giornalista Italo Pietra (1911-1991),si trova tra piazza del Risorgimento e piazzale Dateo, arciprete milanese circa del 700 d.C. Il filare alberato al centro di Corso Indipendenza nasce con il piano regolatore Beruto, il primo di Milano, secondo il quale la città doveva svilupparsi attraverso moduli di assi stradali intervallati da piazze, giardini e viali alberati. I giardini si sviluppano in parte sull’asse viario est costituito da corso Concordia, corso Indipendenza, corso Plebisciti e viale Argonne; formatosi con lo sviluppo urbanistico della città e concretizzatosi con l’attuazione dei primi piani regolatori. Infatti con il primo Piano Regolatore approvato nel 1889, si pone attenzione ai problemi della morfologia urbana, grazie all’organizzazione della griglia stradale secondo una gerarchia di assi principali e percorsi secondari e l’utilizzo degli spazi dei viali alberati, dei giardini e delle piazze come elementi ordinatori dell’impianto urbano. Questa soluzione rimarrà sostanzialmente inalterata sino ad oggi con l’inserimento nel 1956 della fontana e del monumento a Pinocchio, della più recente pista ciclabile affiancata ai giardini percorribile nei due sensi di marcia e protetta dal traffico stradale con una recinzione; e di alcuni spazi destinati ad aree gioco e alla pratica sportiva.

All’inizio di Corso Indipendenza nel 1925 venne costruita la Centrale dell’acquedotto milanese con 26 pozzi ed una portata di 400 l/sec. Era seminterrata in stile Liberty, come quasi tutte le centrale costruite allora. Dismessa nel secolo scorso, al suo posto ora si trova un parcheggio interrato.

Prospiciente viale Piceno, in testa al corso Indipendenza dove ora ha una sede la Città Metropolitana di Milano, si trovava il “Nuovo Brefotrofio di Milano, fondato oltre cento anni fa. Nel 1781 l’imperatrice Maria Teresa d’Asburgo dispose il trasferimento dei reparti destinati agli esposti e alle partorienti nell’ex-monastero di Santa Caterina alla Ruota. La Pia Casa arrivò ad accogliere più di 5000 neonati l’anno, in gran parte legittimi. Nel 1868 la Provincia di Milano, subentrata nella gestione dell’ospizio degli esposti, dispose la chiusura della ruota, nell’intento di riservare l’assistenza ai soli “illegittimi”. Dagli anni Novanta si cominciò a favorire il riconoscimento dei figli naturali con la concessione di sussidi alle madri. Nel 1927 il brefotrofio, dal quale nel 1903 era stato staccato il reparto di maternità, fu riorganizzato nell’“Istituto provinciale di protezione ed assistenza dell’infanzia” (IPPAI).

A lato del complesso della Città Metropolitana insiste l’Ospedale intitolato a  Macedonio Melloni ( 1798 -1854) fisico e patriota italiano. Successivamente al Brefotrofio appena costruito, viene unito l’“Asilo Materno” che accoglieva madri in “attesa” in condizioni particolarmente critiche.  Il nuovo complesso prende il nome di “Istituto Ospedaliero Provinciale per la Maternità” (I.O.P.M.) e raggiunge un considerevole sviluppo fra il 1950 e il 1960. Con la riforma sanitaria viene riconosciuto in Ente Ospedaliero con la denominazione Presidio Ospedaliero Macedonio Melloni. 

Un altro punto di interesse è la vecchia Stazione di Porta Tosa( oggi Vittoria), ora scomparsa, che nel 1846, fu inaugurata per il collegamento di Milano con Treviglio e da lì a Venezia, dove arrivò solo nel 1857. Successivamente fu utilizzata anche per il collegamento con Piacenza (1861) e con Pavia (1862). Quest’opera, che fu smantellata nel corso degli anni,  si trovava fuori dalle mura spagnole e l’attuale via Lincoln rappresenta un interessante testimonianza dell’urbanizzazione “per ferrovieri” che in quel tempo veniva realizzata per accogliere chi si occupava del funzionamento di tutto l’apparato.

E proprio  parlando dell’urbanizzazione per ferrovieri si trova  esattamente  nella zona di via Sottocorno e via Fiamma, prendendo il nome dalle due vie che lo compongono, un villaggio noto come Lincoln-Franklin, ma il suo nome originale era “Villaggio Operaio”. 
L’iniziativa di costruire un villaggio siffatto era stata promossa dalla Societa’ Edificatrice di Abitazioni operaie, fondata nel 1878 con lo scopo di edificare case per una elite operaia, da cedere a riscatto. I circa 120 alloggi che costituiscono il villaggio rappresentano tuttavia la drastica riduzione di un progetto molto piu’ ambizioso elaborato dagli ingegneri Ceruti, Mazzocchi e Poggi, che avrebbe dovuto configurare la zona di Porta Vittoria come una vera e propria “cittadella operaia” ai margini della citta’, composta da 307 abitazioni unifamiliari, e 31 edifici ad appartamenti in affitto per un totale di 3500 abitanti. Abbandonato il progetto per mancanza di fondi, la societa’ procedette quindi alla costruzione del villaggio che e’ tuttora preservato pressoche’ intatto.

Verso corso Plebisciti esisteva la cascina Acquabella, molto famosa e che dava il nome alla zona e in particolare al celeberrimo “bivio dell’Acquabella” che tutti i ferrovieri e i macchinisti di locomotive dell’epoca conoscevano molto bene. Infatti nella via Giuditta Sidoli (che converge in piazzale Susa e scorre dietro la cascina) passava la ferrovia, su quel famoso terrapieno che dalla vecchia stazione Centrale (posizionata nell’attuale piazza della Repubblica e smantellata nel 1931) percorreva gli attuali viale Tunisia, viale Regina Giovanna , via Giustiniano, via Gaio e via Sidoli.

La zona fa parte del Municipio 4 e del Nucleo di Identità Locale n. 26 XXII MARZO.
Nuclei sono stati creati per la gestione del Piano di Governo del territorio e sono disegnati secondo le vocazioni dei quartieri, le loro centralità locali, il tessuto edilizio ed infine la morfologia urbana. Importanti per inquadrare interventi e progetti.

Caratteristiche tecniche

La fontana è stata dotata di un locale tecnico interrato dove sono stati alloggiati gli impianti elettromeccanici relativi al nuovo impianto di ricircolo e di una vasca di compenso interrata per consentire il filtraggio delle acque e dei rifiuti e foglie. La vasca della fontana, il cui bordo ellittico è originale e composto da sette elementi in granito di Baveno, è stata completata con una dotazione impiantistica finalizzata alla realizzazione di un gioco d’acqua a cascata, appositamente studiata per non creare disagio ai frequentatori. Il fondo della vasca è stato completamente rinnovato in tessere di mosaico vetroso posate in modalità concentrica e concava. La fontana è anche dotata di un proprio impianto di illuminazione costituito da fari Led in grado di valorizzare sia la vasca sia il basamento del monumento, realizzato in Serizzo Valmasino.

 Vincoli

Vincolata dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici.

Progetto

Su progetto di Attilio Fagioli fu la Fonderia Artistica Battaglia di Milano a produrre le fusioni.

Visite ed informazioni

La fontana si trova all’interno di un giardino pubblico ed è sempre visitabile.