Fontana – Via Benedetto Marcello (Porta Venezia)

varierecenti093 Foto di Cristina Arduini
Foto del Comune di Milano – 2017
Storia –  Caratteristiche tecniche – Vincoli – Progetto – Visite

 Storia e contesto territoriale

La fontana è situata al centro di un giardino costruito per la riqualificazione dell’area negli anni 30 del secolo scorso in via Benedetto Marcello in zona Porta Venezia. Fu costruita su un’area dove precedentemente sorgeva un caseggiato e per iniziativa di alcuni abitanti della zona, per commemorare la memoria di tre caduti della rivoluzione fascista: Edoardo Crespi, Cesare Melloni, Emilio Tonoli.

La fontana poggia su un piazzaletto allo stesso livello del giardinetto circostante, e ad esso si accede da quattro gradinate. Il pavimento di tale piazza, a disegno geometrico, è stato eseguito con ciottoli bianchi e grigi dell’Adda.

Il contesto

La via venne costruita nel 1888 insieme con la gemella Morgagni per creare una cortina di verde intorno all’arteria di corso Buenos Aires, corso prevalentemente commerciale che  si sviluppa interamente all’esterno della cinta delle mura spagnole e che venne realizzato urbanizzando il primo tratto della strada maestra che si dipartiva dall’allora porta Orientale. Il nome della via era inizialmente corso Loreto e derivava il suo nome dalla chiesa di Santa Maria di Loreto, ora scomparsa. In occasione dell’Esposizione Universale del 1906 venne rinominata corso Buenos Aires in onore dell’Argentina, partecipante all’esposizione e meta di numerosi migranti italiani.

La via, intitolata a Benedetto Marcello ( 1686 – 1739) principalmente musicista e compositore, ha un lungo giardino nella parte centrale intitolato ai giudici uccisi dalla mafia Falcone e Borsellino, dove insiste la fontana ideata da Renzo Gerla.

Nelle vicinanze si trova la chiesa di San Carlo al Lazzaretto, piccola chiesa ottagonale che si trovava proprio nel centro del Lazzaretto e ne rappresenta l’unica parte integra. Costruita nel XVI secolo ha subito molti rimaneggiamenti nei secoli fino all’ultimo restauro conservativo avvenuto nel 2017.

La centrale dell’acquedotto milanese Benedetto Marcello, fu una delle prime ad essere costruite ed esattamente nel 1901. Contava 12 pozzi con una portata di 200 l/sec, che passarono a 400 nel 1936, quando la centrale venne completamente ristrutturata. La centrale elettrica di sollevamento era all’interno di una costruzione tuttora esistente, mentre i pozzi della centrale ormai obsoleti vennero abbandonati e distrutti durante la costruzione del parcheggio sotterraneo in anni recenti. La palazzina con mattoni a vista uguale alla palazzina della Centrale Cenisio, ora Museo dell’Acqua, è proprietà del Comune di Milano.

La zona fa parte del Municipio 3 e del Nucleo di Identità Locale n.21  BUENOS AIRES-PORTA VENEZIA- PORTA MONFORTE.
Nuclei sono stati creati per la gestione del Piano di Governo del territorio e sono disegnati secondo le vocazioni dei quartieri, le loro centralità locali, il tessuto edilizio ed infine la morfologia urbana. Importanti per inquadrare interventi e progetti.

 Caratteristiche tecniche

Fontana di circa 240 mq costruita dall’ingegnere capo del Comune di Milano Renzo Gerla e viene così descritta dallo stesso autore, come racconta nell’articolo estratto dalla “Rassegna di Architettura del Maggio 1935:

“ Di recente costruzione ed inaugurata il 4 agosto 1932 che ha dato respiro al rinnovamento della via Benedetto Marcello, che fino a pochi anni fa era fra le più tranquille di Porta Venezia. La fontana, costruita dal Comune, e voluta da un gruppo di cittadini che hanno generosamente contribuito, abitanti della zona. La fontana, propriamente detta, di forma rettangolare allungata, ha nel centro un grande vaso in granito, sormontato da un cespo di agave in bronzo patinato, dal quale si alzano quattro getti d’acqua, che con altrettanti getti sgorganti dai rosoni di marmo verde della Roja, circondanti il vaso, si riversano nella coppa sottostante, di tre metri di diametro; da quest’ultima l’acqua cade per quattro stramazzi in altrettanti bacini, dove viene divisa da un labirinto di diaframmi rettilinei. Alle testate della vasca i due diaframmi terminali portano pigne, da cui si innalzano altrettanti getti altissimi di acqua. La fontana è tutta in granito bianco di Montorfano lavorato a martellina fine. Il parapetto ha linee geometriche, è qua e là interrotto da rientranze pure geometriche a modo di balconcini affacciati sullo specchio d’acqua. I plutei del parapetto, sulle due fronti principali recano profondamente incisi i nomi dei caduti: Crespi-Melloni-Tonoli, e sulle due testate semicircolari figurano le date IV.VIII.MCMXXII – IV.VIII.MCMXXXII” ( poi cancellati dopo il fascismo)

 Vincoli

 Vincolata dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici.

 Progetto

Costruita nel 1932 su incarico di alcuni abitanti della zona da Renzo Gerla, che ne ha curato anche la progettazione.

Visite ed informazioni

La fontana, circondata da alberi che la nascondono dalla strada e posizionata nei giardini al centro di via Benedetto Marcello verso via S.Gregorio, è sempre visitabile.


History

The fountain is located in the center of a garden built in the 1930s to redevelop the area of Via Benedetto Marcello. In the area previously stood a block of flats. The monument was built to commemorate the memory of three fallen soldiers of fascism: Edoardo Crespi, Cesare Melloni and Emilio Tonoli.

It rests on a square located on the same level as the surrounding garden. It is accessed by four steps. The squares floor has a geometric design made of white and gray stones from Adda.

Technical features

The fountains is about 240 square meters and was built by Renzo Gerla, chief engineer of the municipality of Milan. The author describes it in an article that appeared in the magazine “Rassegna di architettura – May 1935”:

“Inaugurated on August 4, 1932, started the renewal of Via Benedetto Marcello, one of the quietest streets in the area of Porta Venezia. Built under the patronage of the municipality it was commissioned by a group of citizens living in the area who generously contribute with their donations. The fountain is rectangular in shape with a large granite vase in the center. It is surmounted by a head of patinated bronze agave, from which rise four jets of water. Other jets flow from the green marble rosettes that surround the vase and fall into the tank below. From the tank below the water falls from four openings into four basins, where it is divided by a labyrinth of rectilinear diaphragms. At the ends of the tank the two terminal diaphragms have pine cones from which rise jets of water.

It is all in white granite of Montorfano. The parapet has geometric lines interrupted by recesses similar to balconies overlooking the water. The names of the fallen are engraved on the parapet. On the two heads were engraved the dates IV.VIII.MCMXXII – IV.VIII.MCMXXXII which where then canceled.

Bound

It is subject to the supervision of Superintendence for Architectural Heritage.

Project

It was built in 1932 by Renzo Gerla who also took care of the design.