Fontana delle quattro stagioni – Piazza Giulio Cesare

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Foto di Cristina Arduini

Per gentile concessione di Andrea Cherchi


Storia –  Caratteristiche tecniche – Vincoli – Progetto – Visite

Storia e contesto territoriale

E’ una fontana particolare, un trionfo di acqua e di giochi d’acqua, ricca di statue, collocata fin dall’inizio in un ampio spazio e prospicente per decenni uno dei centri nevralgici della realtà industriale milanese. Ora, restaurata e inserita in un parco che si allinea ed esalta le nuove costruzioni, è ancora meglio fruibile da parte dei cittadini che volentieri si siedono ad ascoltarla. Il progettista della fontana fu un ingegnere del Comune di Milano, Renzo Gerla, di cui si conoscono i suoi interventi o progetti, ma non la sua storia personale, perché a parte qualche articolo di suo pugno o notizie estratte dall’archivio del Corriere della Sera non sono state reperite altre informazioni. Eppure ha fatto tantissimo per la città.
Data la particolarità della genesi di questa fontana, solo chi l’ha progettata e costruita può trasmetterne la bellezza.  La narra lui stesso sulla Martinella di Milano, rivista fondata nel 1947 da Emilio Guicciardi.

Contesto territoriale

La “Nuova Piazza d’Armi” come era chiamata all’inizio del secolo scorso venne individuata dal Comune di Milano come area per la parte commerciale della fiera che per i decenni successivi venne conosciuta come la Fiera Campionaria di Milano, fino allo spostamento a Rho negli anni 2000. Per una degna sistemazione della piazza da un punto di vista urbanistico si attuò una proposta di Ambrogio Annoni, architetto milanese che prevedeva al centro della vasta area centrale della piazza, dove vi era una depressione del terreno che si riempiva d’acqua con le piogge, uno specchio d’acqua che sottolineasse in modo evidente l’ingresso della nuova Fiera. Invece poi, su progetto del Ing. Gerla, funzionario del Comune, venne inserita una fontana.

Attentato del 12 aprile 1928 – la strage scomparsa
Completamente dimenticata dai milanesi e dalle istituzioni e nemmeno ricordata da una targa, alle ore 9.50 del 12 aprile 1928 scoppiò una bomba posizionata all’interno del basamento in ghisa di un lampione all’altezza del palazzo al numero civico 18 della piazza. Lo scoppio uccise sul colpo 16 persone e fece numerosissimi feriti, di cui non è dato sapere il numero esatto grazie alla censura del regime fascista allora esistente. Come riporta il libro scritto in merito da Carlo Giacchin, la volontà di uccidere era evidente sia per il tipo di ordigno sia per le modalità utilizzate, quasi certamente da persone esperte di esplosivi. Il regime decise, senza alcuna prova, che era un attentato perpetrato dagli antifascisti per cui, su ordine di Mussolini, si mosse tutto l’apparato della milizia e della prefettura e vennero arrestate e torturate centinaia di persone. Alcune di loro si uccisero in carcere e altre vennero mandate al confino. Di fatto non vennero trovate prove di nessun genere ed in generale il regime non fece alcuno sforzo di trovare i colpevoli, anche perché si vociferava che fossero state frange estremiste dei fascisti. L’incredibile è che, a guerra finita, nessuno riaprì il caso e ancora adesso, come del resto per altre stragi effettuate in tempi più recenti, non si sa chi siano i colpevoli.

La storia della fontana raccontata direttamente dal progettista

Renzo Gerla fu un architetto del Comune di Milano, che fece grandi opere e ristrutturazioni dagli anni 20 fino agli anni 60 del secolo scorso. Una dei primi progetti fu appunto la fontana delle Quattro Stagioni, ubicata in piazza Giulio Cesare. La storia, decisamente avventurosa, di questa fontana la narra lui stesso sulla Martinella di Milano, rivista fondata nel 1947 da Emilio Guicciardi.

Febbraio 1927: quasi a ridosso dell’apertura della Fiera Campionaria di Milano e durante i lavori della nuova porta di accesso in piazza Giulio Cesare, Renzo Gerla, chiamato dal podestà Ernesto Belloni, alla richiesta di costruire una fontana nella depressione del piazzale, che si riempiva d’acqua durante i temporali, propose uno schizzo in visione prospettica su carta assorbente della fontana che tutti conosciamo.

tratto dall’articolo di Renzo Gerla sulla Martinella di Milano

Ma doveva essere pronta per la mattina del 12 aprile e quindi non si poteva perdere neanche un minuto. Redatto il progetto, andava cercata la ditta in grado di svolgere in cosi breve tempo la costruzione, che risultò essere la Franco Pelitti e figlio, che già aveva lavorato per la Galleria Vittorio Emanuele e che il Gerla conosceva da tempo e di cui conosceva la professionalità. La ditta si prese solo 24 ore per rispondere e propose la pietra di Sarnico, invece del Ceppo, causa inagibilità delle cave per le abbondanti nevicate invernali.

Tra i disegni da fare in ufficio, le corse alla cava dei Fratelli Cadei a Sarnico sul lago di Iseo (ditta ancora esistente) e i sopralluoghi di giorno e di notte al cantiere perché si lavorava ininterrottamente a turni alla luce delle lampade elettriche non c’era un attimo di respiro. Anche con la nebbia, perché la nebbia allora era ovunque specialmente d’inverno e di notte.

Già all’inizio, con grande lungimiranza, gli impianti idraulici erano a ricircolo delle acque, che venivano predisposti in contemporanea con l’illuminazione e i giochi d’acqua da un duo di ingegneri, Giovanni Trosti e Camillo Borioli, di comprovata esperienza, come sottolinea Renzo Gerla nel suo articolo. Il ricircolo delle acque venne poi abbandonato e solo con la ristrutturazione effettuata a spese di City Life si è tornati al ricircolo delle acque.

Nell’ultima settimana, prima dell’inaugurazione della Fiera era quasi tutto pronto, ma mancava una parte fondamentale, ossia le statue delle quattro stagioni, che davano la caratterizzazione alla fontana stessa. Chi aveva promesso di fornirle, ossia il professor Piero Portaluppi, insigne architetto milanese, non potè procedere causa impossibilità di utilizzare le statue pattuite.

Renzo Gerla parla della sorpresa e dell’amarezza di non avere le statue pattuite e soprattutto di non sapere proprio cosa fare. All’ultimo momento decise di andare a Vicenza, patria, in quei tempi soprattutto, di scultori e “marmorari” per poter acquistare quattro statue in pietra vicentina. Il permesso di procedere arrivò la mattina dell’11 aprile, appena il giorno prima l’apertura ufficiale della Fiera Campionaria e nel pomeriggio partì verso Vicenza.
La disperata ricerca, in un primo momento, risultò infruttuosa. Solo dopo mezzanotte e dopo frenetiche telefonate con la ditta Pelitti, vennero scelte a lume di candela e comprate le statue, molto belle, da un professore di scultura.  Dopo la contrattazione sul prezzo- vennero pagate 1000 lire l’una– bisognava caricare la merce sul camion ed il problema sembrava insolubile, soprattutto per l’ora tarda.
Ma, previdente, il Gerla aveva una lettera credenziale del Comune di Milano che portò al Comune di Vicenza, dove, per una insperata fortuna, era in corso, di notte, il Consiglio Comunale ed il cui Presidente risolse il problema, mandando una squadra equipaggiata dei vigili del fuoco.

“Bianca la notte, bianca la luna, bianche le quattro statue stivate per traverso sul largo camion e la certezza di avere la soluzione ed il trionfo”.

Alle 7 del 12 aprile arrivo in piazza Giulio Cesare, alle 8 le statue posizionate, nonostante qualche piccolo intoppo tecnico.


Già l’anno dopo l’Estate venne distrutta dalla bomba dell’attentato alla Fiera. Nuovi e più ingenti danni furono invece arrecati dai bombardamenti del 1943, che peraltro distrussero le statue. Nell’ambito del generale restauro, ultimato nel 1953 e affidato allo stesso Gerla, furono commissionate nuove statue ancora sul tema delle Quattro stagioni. Questa volta l’incarico toccò ad un artista di una certa fama, scultore Eros Pellini (1909-83), figlio del più noto Eugenio. Esse vengono ideate espressamente per la fontana, sulla base di bozzetti in gesso approvati dallo stesso Gerla. I bozzetti, alti 110 cm a fronte dei quasi due metri delle statue definitive, sono attualmente conservati nel Museo Pellini della Gipsoteca comunale di Marchirolo, in provincia di Varese. In ideale continuità con quelle originarie, queste nuove di Pellini pure vengono realizzate in pietra di Vicenza e pure si rifanno ai modelli statuari delle ville venete del settecento. Nel secondo Novecento viene purtroppo abbandonato il sistema a ricircolo d’acqua originario, sicché la fontana in anni recenti viene additata come esempio di spreco ecologico per il consumo d’acqua.
Solo nel 1953 furono commissionate e rifatte le statue distrutte, incaricando lo scultore Eros Pellini, che le rifece in pietra di Vicenza e le cui copie si ritrovano al museo di Marchirolo, a lui dedicato. A chiusura della sua cronaca il Gerla si rammarica che manca la parte dedicata alla musica, perché con i giochi d’acqua sarebbe bello ascoltare le Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi, magari tramite un organo idraulico. ( da Arketipo Magazine).

La piazza è intitolata al famoso console Caio Giulio Cesare, che attuò la transizione verso l’impero della Repubblica Romana e fu autore dei  Commentarii de bello Gallico e dei Commentarii de bello civili, dove narra le sue imprese militari e politiche.

La zona fa parte del Municipio 8 e del Nucleo di Identità Locale n. 59 TRE TORRI.
Nuclei sono stati creati per la gestione del Piano di Governo del territorio e sono disegnati secondo le vocazioni dei quartieri, le loro centralità locali, il tessuto edilizio ed infine la morfologia urbana. Importanti per inquadrare interventi e progetti.

Caratteristiche tecniche

Fontana a ricircolo di circa 730 mq in calcestruzzo ricoperta di pietra di Sarnico, fornite dalla ditta “Franco Pelitti e figlio” di Milano, è costituita da un ampio bacino orizzontale lungo 82m. e largo 18m., diviso in tre parti comunicanti: il bacino centrale è rialzato di tre gradini e contiene un’isoletta di roccia naturale ricoperta di muschio, con una serie di 48 getti, disposti in circolo, che creano un effetto spumeggiante; al centro un getto alto 20m.; dal bacino centrale l’acqua scende, formando una cascatella, nei bacini laterali. Tutt’attorno al perimetro interno della vasca 60 zampilli orientati verso il centro completano i giochi d’acqua. Lungo il bordo sono ricavate le fioriere, interrotte da 18 piramidi, 16 sfere, 20 pigne e 4 sculture femminili in pietra vicentina, che rappresentano le quattro stagioni.

 Vincoli

Vincolata dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici e Ambientali di Milano.

 Progetto

Progetto di Renzo Gerla del 1927 in collaborazione per la parte tecnica degli ingegneri Giovanni Trosti e Camillo Borioli.

 Visite ed informazioni

La fontana con notevoli giochi giochi d’acqua è sempre visitabile.

Dagli Archivi della Fondazione Fiera di Milano

In collaborazione con la Fondazione, che possiede un ampio archivio storico, e che gentilmente ha concesso la pubblicazione per proporre agli interessati uno spaccato della realtà milanese proprio dell’anno in cui venne inaugurata la fontana, sono disponibili il catalogo degli espositori e i numeri della rivista “Milano nel Mondo” ( n.11n. 13)

E’ inoltre disponibile una pagina dell’Archivio della Fondazione che raccoglie le foto della fontana nel tempo.


History

The story told by the designer

Renzo Gerla was an architect of the municipality of Milan. He did many works and renovations from the twenties to the sixties of the last century. One of the first projects was the Fontana delle Quattro Stagioni located in Giulio Cesare square. The history of the fountain was adventurous and was told by the architect himself on the pages of the Martinella, a magazine founded in 1947 by Emilio Guicciardi.

February 1927

Before the opening of the Milan Trade Fair and during the construction of the new access door to the Giulio Cesare square, the architect Renzo Gerla was called by the Major of the city Ernesto Belloni who asked him to build a fountain in the low part of the square. The architect proposed a sketch in perspective view of the fountain that we all know. The work should have been ready on 12 April so there was no time to waste. Drafted the project it was necessary to find a company able to complete the work in a short time. Was chosen the Franco Pelitti & Son well known by the architect. They took only 24 hours to answer. Mr. Pellitti purpose the Sarnico stone as building material. There was no time to lose, there was so much work to do: make drawings, do site inspections, both day and night because they worked continuously in shifts. With great foresight, the fountain was built with recirculation hydraulic systems. Lighting and water features were set up by two engineers, Giovanni Trosti and Camillo Borioli. The recirculation hydraulic system was abandoned later and subsequently resumed with the renovation carried out by City Life.A week before the opening of the Fair, everything was ready except the statues that represented the four seasons, the symbol of the fountain.
The architect, who had been commissioned to supply the statues, Piero Portaluppi, could not proceed with the realization. Renzo Gerla talks about the surprise and bitterness of not having the statues and not knowing what to do to remedy.At the last moment he decided to go to Vicenza, homeland of famous sculptors and marble workers, to buy the four statues.
The permission had been granted only the day before the opening of the fair. At first it seemed that the research was in vain. Only after midnight and after many phone calls with the Pellitti company, the statues were bought from a sculpture professor. They were paid 1000 lire each one. But now the problem, that apparently seemed insoluble, was to be able to load them onto the truck. Everything was resolved thanks to a stroke of luck. Gerla led a letter of the municipality of Milan to the municipality of Vicenza, where the city council was taking place, even though it was night. So the President sent a team of firefighters to proceed to load the statues on the truck.

At seven o’clock in the morning on 12 April Gerla arrives in Giulio Cesare square and at 8 o’clock the statues are placed on the fountain.

The following year the Summer Statue was destroyed by a bomb that cost the lives of 16 people. In 1943 the English bombs did the rest.

We have to wait until 1953 for the reconstruction of the statues by the sculptor Eros Pellini.

Gerla’s only regret was the lack of the musical part. It would have been nice to hear Vivaldi’s Four Seasons in the background, perhaps played by a hydraulic organ.

Technical features

The fountain is about 730 square meters of concrete covered with Sarnico stone provided by Franco Pellitti & Son company, water is recycled.It is formed by an horizontal basin 82 meters long and 18 meters wide divided into three communicating parts. The central basin is raised by three steps and contains an island of natural rock covered with moss and has a series of 48 jets arranged in a circle that create a sparkling effect.
In the centre there is a jet 20 meters high.From the central basin the water descends into the side basins forming a waterfall. Around the inner perimeter of the pool there are 60 jets oriented towards the centre to complete the water games. Along the edge there are planters interrupted by 18 pyramids, 16 spheres, 20 pine cones and 4 female sculptures representing the four seasons.

Bound

It is subject to the supervision of Superintendence for Architectural Heritage.

Project

The original project was by the architect Renzo Gerla with the collaboration, for the technical part, of the engineers Giovanni Trosti and Camillo Borioli.

Visits and informations

The fountain is always in operation and always available.


Fontane di zona 8