Schizzi d’acqua

Una cartolina d’epoca della fontana dell’Esattoria ora Centro Congressi della Fondazione CARIPLO

16 luglio 2022

Le fontane a ricircolo possono funzionare

È pubblicata sul sito del Comune di Milano l’ordinanza sindacale che modifica il precedente provvedimento  “Risparmio idrico e limitazioni per l’utilizzo dell’acqua potabile durante il periodo di siccità” del 25 giugno scorso. 

Il nuovo testo conferma il divieto di prelievo d’acqua per l’innaffiatura di piante, arbusti, giardini e prati, salvo che dalle ore 22 alle ore 8, al fine di evitare fenomeni di evapotraspirazione. Sono esclusi dalle limitazioni gli impianti a goccia e le attività delle autobotti che provvedono ad innaffiare 24 ore su 24 gli alberi e le aree verdi non raggiunte da impianti di irrigazione. 

Confermato il divieto di riempimento di fontane ornamentali, vasche da giardino e piscine su aree private fatta eccezione per fontane ornamentali, vasche da giardino e piscine che prevedono il ricircolo dell’acqua; tutti gli specchi d’acqua con la presenza di fauna e flora ittica; tutte quelle fontane che per ragioni tecnico-operative debbano rimanere accese e/o essere riempite per non pregiudicare il futuro ripristino dell’impianto. 

Come chiarito in precedenza, sono consentite le bagnature dei campi sportivi, sempre limitando al massimo l’utilizzo dell’acqua. Possono essere innaffiati prati e giardini grazie ai pozzi di prima falda o, indirettamente, dagli impianti geotermici con sistemi di accumulo. Possono continuare ad essere innaffiati alberi e arbusti impiantati da meno di 3 anni. Consentite le innaffiature degli orti didattici e verde curato da Associazioni e Patti di collaborazione. 

Resta confermato l’invito a tutta la cittadinanza ad attuare comportamenti volti ad un uso razionale e corretto dell’acqua potabile.


8 giugno 2022

Uno sguardo sul fiume Lambro del 1845

E’ interessante parlare di un breve testo che riguarda il Lambro scritto a metà Ottocento. L’autore è sconosciuto, anche se nel sito della storia di Villasanta il testo viene attribuito a Antonio Cavagna Sangiuliani conte di Gualdana (1843-1913)storico vogherese molto attivo nelle iniziative culturali.

Il Lambro nel 1845

L’autore del testo coglie l’occasione dell’attivazione del consorzio per utenti sul fiume Lambro dai laghi di Pusiano e Alserio fino al confine della Provincia di Milano oltre Melegnano, comprensorio attivato con dispaccio della Luogotenenza Imperial Regia Lombarda; delinea, con brevi note, il percorso del fiume dai monti della Valsassina ( ora sappiamo che nasce a Piano Rancio nel comune di Magreglio) fino all’immissione nel Po, evidenziandone alcuni punti come il ponte della Malpensata oppure a Mojana dove prende il nome di Lambrone, causa regimazione effettuata dagli Austriaci prima dello scarico nel lago di Pusiano. Continua


1 febbraio 2022

Le fontane proposte e mai realizzate

Milano è sempre stata una città d’acqua, circondata e portata all’interno con canali e corsi d’acqua ed il rapporto con i suoi abitanti è sempre stato abbastanza buono. Nei secoli passati e soprattutto ai tempi dell’Impero Romano c’erano terme, fontane e canali che percorrevano la città, ma prove documentali sono difficili da trovare e spesso sono solo frammenti che vengono alla luce durante scavi nel territorio della città. Oppure sono progetti e studi di architetti famosi anche pensati in tempi recenti e chiusi in archivi pubblici e privati o cassetti o bauli in case abbandonate o vendute senza guardare o catalogare ciò che contengono. Negli archivi e nei cassetti ci sono miliardi di carte, cartelle, mappe, disegni su carta, papiro, pelle di pecora che necessitano di continue cure per non deteriorarsi e di attenzione alle volte maniacale per preservarle per le generazioni future. Un lavoro incessante cui negli ultimi decenni si aggiunge l’intensa opera di digitalizzazione di questo immane patrimonio mondiale. Opera fondamentale sia per lasciare i documenti originali intonsi e mantenuti in aree individuate e deputate a tale scopo, sia per permettere a chiunque sia in grado di accedere ad internet di esaminare, studiare e magari scoprire idee e storie sconosciute o dimenticate.
Il territorio milanese si presta, come altre realtà italiane, alla ricerca di vecchie storie o progetti che è interessante sottoporre all’attenzione dell’abitante fisso o temporaneo odierno di questa meravigliosa Milano. Ne esamineremo alcune.


Dopo il trattato di pace di Cateau – Cambrésis si aprì in Italia un periodo relativamente tranquillo e Milano visse sotto la dominazione spagnola dalla fine del 1500 fino all’inizio del Settecento. Nel 1611 era governatore di Milano per la terza volta Juan Fernández de Velasco, che teneva il governo del Ducato di Milano per conto del re di Spagna e che era interessato a dare a Milano un corso d’acqua che alimentasse una serie di fontane che dovevano sia abbellire le piazze centrali sia portare frescura nelle giornate estive. Continua

Palazzo Reale

Una delle più interessanti e particolareggiate proposte è quella dell’Ing. Emilio Bignami, alpinista ed ingegnere direttore del reparto acque e giardini del Comune di Milano nella seconda metà dell’Ottocento. Continua

Naviglio Grande

Nei primi Sessanta del secolo scorso quando era ancora forte il fervore della ricostruzione dopo la guerra, uno degli attori più importante della città era la Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, il cui presidente di allora, Giordano Dell’Amore, per riconoscenza verso Milano indisse un concorso per regalare alla cittadinanza una fontana dedicata al risparmio. Vinse il concorso un famoso architetto, Luciano Baldessari, che propose un’immaginifica fontana da posizionarsi nello spiazzo antistante alla Stazione di Porta Garibaldi, considerato un punto cruciale per la ridefinizione del territorio urbano. Continua

Luciano Baldessari da wikipedia


3 dicembre 2021

L’ASSOCIAZIONE RIAPRIRE I NAVIGLI PROMUOVE UN CONCORSO INTERNAZIONALE DI ARCHITETTURA SULLA RIAPERTURA DEI NAVIGLI.

La riapertura dei Navigli esce così dai confini di Milano e diventa questione internazionale.
E’ stato pubblicato nei giorni scorsi il bando di concorso internazionale di architettura sulla riapertura dei Navigli a Milano.
https://www.riaprireinavigli.it/uploads/news/milan_navigli_canal_challenge_full_brief.pdf
Il bando è stato promosso dall’Associazione Riaprire i Navigli con il supporto tecnico di Primitivo Studio e sarà gestito da Bee Breeders organizzatore di bandi di concorsi internazionali di architettura.
Il bando è aperto a tutti, non è richiesta alcuna qualifica professionale, ma è rivolto in particolare a tutti gli architetti, ai giovani laureati e agli studenti di architettura.
Con questa iniziativa l’Associazione si ripromette di coinvolgere la cultura internazionale sul tema della riapertura dei Navigli e si augura un alto numero di partecipanti, insieme a tanti bei progetti per esplorare le migliori opportunità di nuovi Navigli e di nuovi paesaggi urbani.
Non dimentichiamo che l’obiettivo del progetto Navigli è la nuova idea di città.
I progetti selezionati saranno poi presentati all’opinione pubblica milanese, alle amministrazioni locali e potranno essere un utile supporto per la definizione dei progetti esecutivi, non escludendo il coinvolgimento diretto dei partecipanti.
L’Associazione ha preso questa iniziativa in assenza di un’analoga proposta del Comune di Milano.
Per chi volesse iscriversi al concorso si utilizza questo link:
https://architecturecompetitions.com/naviglicanalchallenge/


1 ottobre 2021

L’Acquedotto del Duca

Come scrive Maria Antonietta Breda – Vice Presidente della Federazione Nazionale Cavità Artificiali a seguito dei lavori per la costruzione della fognatura a Milano, alla fine dell’Ottocento, è venuto alla luce un manufatto medievale destinato all’approvvigionamento idrico. A tale proposito scrivono tre ingegneri del tempo del Comune di Milano: «La canalizzazione più antica era formata da due condotti affiancati realizzati con tubi tronco-conici di terracotta, imboccati l’uno nell’altro, con rinfranco in muratura e protetti nella parte superiore da tavelloni in cotto, tutti e due poggianti su un lastricato stradale di epoca tardo romana. L’ingegner Poggi nella sua pubblicazione ricorda il ritrovamento di un condotto del tutto simile, individuato nei lavori di costruzione della fognatura in Ponte Vetero nel 1878 e quelli di corso Garibaldi e piazza del Duomo nel 1892. Un analogo condotto, rinvenuto durante i lavori di costruzione di un condotto di fognatura in piazza Lega Lombarda, è tuttora conservato in una cameretta sotterranea, realizzata all’esterno del medesimo condotto. Considerati i luoghi in cui sono avvenuti i ritrovamenti, ed anche la struttura e le dimensioni dei canali, è possibile che si tratti di un unico condotto che, con molta probabilità, non serviva da fognatura, ma per convogliare nel centro della città acque chiare destinate all’alimentazione di fontane. Ricostruendone il probabile tracciato, da piazza Lega Lombarda a piazza del Duomo, lungo il percorso delle vie Anfiteatro, Corso Garibaldi, Ponte Vetero e Broletto si potrebbe individuare in essa la condotta d’acqua che alimentava la peschiera costruita da Azzone Visconti (1330-1333) nel mezzo del suo palazzo, edificato sull’area dove ora sorge il Palazzo Reale»
A proposito di Azzone Visconti (Milano 1302 – Milano 1339) e della peschiera scrive, riprendendo un testo di Galvano Fiamma, insigne domenicano e cronista, Pietro Verri nella seconda metà del Settecento: «Oltre le fabbriche pubbliche delle mura, de’ ponti, delle strade; questo Principe rifabbricò, ed ornò, in modo meraviglioso per que’ tempi, il palazzo già innalzato dal di lui avo Matteo Primo; dove ora sta la Regia Ducal Corte (…). In mezzo al cortile v’era una magnifica peschiera, entro della quale dalle fauci di quattro leoni, scolpiti in marmo con nobile lavoro, sgorgava l’acqua limpidissima, ed abbondante; e quest’acqua, la quale presentemente passa coperta sotto della Regia Ducal Corte, l’aveva Azone raccolta da due sorgenti ritrovate fuori di Porta Comasina, nel luogo detto alla Fontana; e per canali sotterranei l’aveva condotta fino al suo Palazzo. S’ingannano coloro, che confondono quest’acquedotto col Seveso, colla Cantarana, o col Nirone. Non so se presentemente potrebbe quest’acqua sfogare come prima entro di una peschiera; perché il suolo con le ripetute demolizioni, e fabbriche accadute in quel Palazzo, si è notabilmente innalzato; come si vidde l’anno 1779 allorquando si abbassò la strada, che divide il Duomo dalla Corte, la quale si era alzata più di tre braccia da che venne fabbricato il Duomo».

Con ogni probabilità le sorgenti menzionate erano prossime alla chiesa intitolata a Santa Maria alla Fontana, presso l’omonima piazzetta. Una delle due, ma più probabilmente una terza, potrebbe essere quella che alimentava la “fonte miracolosa”, il cui manufatto è ancora oggi visibile nella piccola chiesa sottostante la maggiore. In ogni caso, tra l’odierna fonte e l’area dove sorgeva il palazzo visconteo vi sono poco più di tre chilometri in linea d’aria.

Quindi un acquedotto utilizzato solo dal signore di Milano e per pochi chilometri esisteva già nel1300 circa, che convogliava acqua pura e cristallina dalla campagna di allora, mentre i cittadini milanesi, non da meno, avevano ciascuno un proprio pozzo in cortile. Bisogna attendere la fine dell’Ottocento per avere una sistema idrico di acquedotto e fognatura pubblico e grazie, appunto, agli scavi effettuati per questo abbiamo potuto ricostruire l’esistenza di un acquedotto medievale.

Santa Maria alla Fontana: epigrafe di fondazione della prima piccola chiesa racchiudente la fonte antica. Da Sopra sotto il Carso

16 settembre 2021

Numero speciale della rivista “Sopra e sotto il Carso” a cura del Centro Ricerche Carsiche di Gorizia che racconta la storia dell’acquedotto a Milano

L’ultimo Speciale della rivista “Sopra e Sotto il Carso”, dedicato alla Storia dell’Acquedotto di Milano è scaricabile gratuitamente
Il lavoro è un omaggio all’architetto Cesare Cesariano che cinquecento anni fa ha tradotto in lingua italiana e fatto pubblicare il “De Architettura” di Vitruvio.
Nel testo si racconta la Storia dell’Acquedotto di Milano elencando anche le centrali di pompaggio costruite a partire dal 1888. Molte di esse sono attive e costituiscono un patrimonio di alto valore per la città.

Come sicuramente molti voi sanno, le acque delle nostre bellissime fontane derivano dall’acquedotto milanese, ottimamente gestito da MM e quindi sembrava giusto anche in questo contesto raccontare la sua storia.


5 luglio 2021

La Fontana di Trevi e la pietra di Roma

Come scrive il Blog INGVambiente, un canale di comunicazione dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia la fontana di Trevi è conosciuta in tutto il mondo, ma conoscete tutta la storia?

La fontana è la mostra terminale dell’acquedotto dell’Acqua Vergine (Aqua Virgo), unico degli acquedotti antichi ininterrottamente in uso fino ai nostri giorni (oltre 2000 anni) risalente al 19 a.C., periodo dell’impero di Augusto. Opera dell’architetto Agrippa che con un acquedotto sotterraneo lungo quasi venti chilometri, fece arrivare l’acqua dal bacino di Salone fino a Campo Marzio per alimentare le terme.

La fontana era già presente nel Medioevo ma il monumento che possiamo osservare oggi, risale alla prima metà del 1700 quando papa Clemente XII commissionò l’architetto Nicola Salvi per la sua realizzazione.

Il travertino per le sue caratteristiche fisico-meccaniche è una roccia carbonatica che è stata utilizzata in diversi periodi artistici per la produzione di opere uniche che caratterizzano la città di Roma, tra queste la Fontana di Trevi.

Dettaglio della fontana (Chiara Caricchi, INGV RM)

25 marzo 2021


27 ottobre 2020

Le fontane “private”

Milano, città d’acqua, ricca di canali, fiumi e pozzi, si è evoluta senza giochi d’acqua e fontane per lungo tempo. Ma nelle corti, nei giardini privati o anche solo per abbellire una facciata o un ingresso ce ne sono molte, costruite nei secoli passati e nelle nuove costruzioni. Alcune interessanti, altre particolari ed è un intrigante piacere andare a rovistare nei vecchi e nuovi archivi e/o chiedere  a chi  ne custodisce la bellezza. Siamo solo all’inizio e il percorso sarà più complesso per motivi di sicurezza e di privacy, ma ci proviamo comunque, magari con il vostro aiuto.
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3 settembre 2020

Le fontane milanesi

Una sintesi perfetta di come appariva Milano ai visitatori la forniscono diversi autori di diverse epoche ma con lo stesso stupore con una ricca bibliografia.


12 aprile 2020

Per non dimenticare le mirabili opere di ingegneria. Di quando Milano era “maestra”

In questo articolo attuale uscito su Servizi a reti si narra di vecchie storie milanesi inerenti i Navigli raccontate da Empio Malara,profondo conoscitore dei canali milanesi.

Veduta presa sul ponte di porta Orientale con la neve – A. Inganni

I ponti  della Cerchia al tempo della Fossa Interna

Quando a Milano la Fossa interna era funzionante ed i barconi l’attraversavano con ogni tipo di mercanzia alimentari, pietre, legname, carta, etc.) in molti punti della città erano presenti numerosi ponti per consentire la continuità del traffico viario, ponti che nel tempo sono sempre più aumentati di numero per adeguarsi alle necessità di traffico sempre più sostenute (erano ben 23 prima della copertura avvenuta nel 1929).
Guido Rosti, appassionato studioso delle acque milanesi, ha scosso la polvere dei secoli dalla storia dei ponti che scavalcavano la fossa interna e la racconta  in questa precisa ricostruzione.

Carta del 1573 di Antonio Lafrery

15 marzo 2020

In effetti era un po’ che ci pensavo di legare qualche storia alle fontane milanesi sia inventate che riprese dalla storia.

Questa è la “fola” su una delle Teodolinde, o sirene, che fanno parte della fontana di piazza Fontana.


Luglio – Agosto 2019

Vi segnalo che sono usciti tre articoli riguardante il sito delle fontane sul Corriere della Sera. In particolare nel numero di Vivimilano nella parte riguardante “ho avuto un’idea”
Il giorno 1 aprile 2019 su Corriere Milano a partire di una segnalazione di un cittadino su una fontana in manutenzione in via Sibari si cita nel testo il nostro sito;

Il giorno 17 agosto 2019 su Corriere Milano intervista all’autore del sito con foto e racconto.


Nel giugno 2019 è  partito l’appalto triennale per la loro manutenzione. Qui il link per vedere le foto su Flickr


Marzo 2018

Il  1 marzo 2018 sono state inaugurate le due fontane inserite nella recinzione monumentale del Sacrario dei Caduti in piazza Sant’Ambrogio dopo il restauro, avvenuto durante gli anni di celebrazione del centenario della Grande Guerra, che ha consentito di valorizzare un’importante testimonianza storica e architettonica di Milano.

L’intervento, condotto in accordo con la Soprintendenza Archeologica delle Belle Arti e Paesaggio di Milano, ha riattivato dopo 20 anni il circolo dell’acqua e ha consentito di riportare all’originale splendore i preziosi materiali con cui furono realizzati i bordi dei due manufatti (masselli sagomati di beola venata) nonché i corpi centrali, in pietra metamorfica scura.

Questi ultimi, dalla cui sommità sgorga l’acqua che alimenta le due vasche intermedie e, per ricaduta, le due più basse, erano ricoperti da strati di deposito calcareo, in alcuni punti di oltre un centimetro di spessore. L’intervento di rimozione delle incrostazioni ha permesso di riscoprire i colori originari della pietra (variabile dal grigio al verde scuro con riflessi dorati) dei due corpi scultorei, celati da diversi decenni. Si è inoltre provveduto alla sigillatura dei giunti e delle fessure dei due manufatti con lo scopo di proteggere gli elementi dall’azione di deterioramento, soprattutto durante le stagioni fredde, provocate dall’acqua.

L’intervento si è concluso con il rifacimento della dotazione idraulica degli scarichi, completamente deteriorati dal tempo ed occlusi dal calcare, consentendo la ripresa del circolo dell’acqua.


maggio 2017

La fontana di Piazza Castello ed il progetto del BIO PARCO SONORO

Piazza Castello è da qualche anno pedonalizzata ed il Comune lancia periodicamente dei bandi per riqualificarla e renderla maggiormente fruibile dai cittadini milanesi e dai numerosi turisti. Uno dei progetti più interessanti coinvolge la fontana monumentale  che si trova all’ingresso del Castello.

Vista la proposta a Palazzo Cusani durante il Fuori Salone di Milano 2017 presso White on White dove l’architetto Raffaella Laezza ha presentato con Arup il progetto del Parco sonoro attraverso un’installazione in streaming con il rumore dell’acqua della fontana di Piazza Castello.

La proposta è stata presentata in occasione del progetto di concorso internazionale indetto dal Comune di Milano nel 2016 per la nuova Piazza Castello e Foro Bonaparte da parte degli architetti Raffaella Laezza e Luigi Semerani che hanno prospettato una soluzione che prevede un parco sonoro. Tramite 32 dei 191 elementi verticali e a varie altezze il parco può essere in streaming con i teatri del mondo e riprodurre, quindi, in tempo reale il sonoro di uno spettacolo musicale.

Ma il bello è anche che esiste nel parco  una “musica naturale”, che può essere ulteriormente valorizzata, creando benessere all’essere umano.

L’acqua  della fontana della piazza che produce quello che viene chiamato dagli esperti un “rumore bianco,”  ha le caratteristiche e le potenzialità per fare parte di questo intrigante progetto.

L’esperienza dell’ascolto è dunque centrale in questo progetto che concepisce uno spazio pubblico aperto alla creatività dei cittadini, al loro tempo libero come momento di qualità, al loro ascolto della “natura acqua” o della musica come attività che unisce non solo l’architettura del Castello, il verde del Parco, l’arte dell’acqua ma anche una società desiderosa di nuovi luoghi. Gli aspetti sensoriali del parco sono sviluppati anche nel notturno poiché  i 191 elementi si illuminano e creano una costellazione di luce riqualificando l’intero Foro Bonaparte e la piazza anche visivamente.

All’entusiasmo di molti visitatori desiderosi di vedere piazza Castello rinnovata come non pensare, che questi luoghi d’acqua milanesi sono in effetti delle musiche continue che possono valorizzare il filo conduttore tra fontane, canali, sorgenti  radicate geologicamente e storicamente nel codice genetico della città ?

Per approfondire la proposta di progetto:

Fontana Torta degli Sposi – foto del Comune di Milano

Febbraio 2017

Il restauro della fontana di piazza Grandi

La fontana restaurata – foto del Comune di Milano

Il 27 febbraio 2017 è stata riaperta la Fontana di piazza Grandi, dopo il restauro della fontana monumentale e soprattutto  dopo il recupero del rifugio antiaereo sottostante, realizzato dal Comune di Milano nel 1936 per difendere i cittadini dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.

Un intervento importante, e che va nel senso di una gestione sostenibile della risorsa,  è stato il rinnovamento dell’impianto idrico della fontana, introducendo un sistema di gestione dell’acqua a riciclo che consente di limitarne l’utilizzo grazie a un meccanismo di aspirazione e pompaggio collocato all’interno vasca. In parallelo è stato realizzato un restauro conservativo di tutta la struttura, con la pulizia degli apparati lapidei, la stuccatura degli elementi ed il restauro della scultura di bronzo rappresentante l’uomo primitivo inginocchiato di fronte alla grandezza della natura.

L’acqua della cascata, nei numerosi anni di funzionamento, ha formato una concrezione di calcare che ha permesso ad una popolazione di muschi di trovare un habitat ideale visibile tutt’oggi; in accordo con la Soprintendenza si è deciso di mantenerla, rispettando il significato che la cascata assume nell’opera.

Più complesso è stato il recupero del  rifugio antiaereo, costituito da un tunnel di 25 camere che durante la guerra ospitò fino a 400 persone, dove sono stati inseriti gli impianti di alimentazione elettrica per l’illuminazione e per i rilevatori di presenza, per garantire l’accesso in sicurezza in tutte le stanze. Disinfestate e pulite tutte le superfici, con l’installazione di una pavimentazione galleggiante.

Si è cercato, per quanto possibile, di recuperare il senso dell’impianto di illuminazione originario  con l’installazione di trefoli d’acciaio, su cui corrono i cavi di alimentazione di un sistema di faretti in grado di valorizzare le numerose scritte presenti sulle pareti, la testimonianza storica arrivata ad oggi conservata e inalterata dal tempo.

L’interno del rifugio antiaereo

Sono state restaurate le dotazioni storiche del rifugio: tutti gli attacchi presenti all’interno del ricovero dove un tempo erano agganciati i secchi dell’acqua potabile per le persone nascoste, il sistema di scarico della fontana in ghisa, la condotta originaria di alimentazione della fontana.

Vedi il video con una sintesi della visita guidata del 27 febbraio 2017.